00 11/02/2020 22:39
Su via Principe di Piemonte, a Macchia di Giarre, in provincia di Catania troviamo un bell'abbeveratoio con ai lati, parte superiore, due delfini che nella mente del realizzatore, fungevano da fontanelle a cascata. La vasca centrale, di ottima fattura, raccoglie le acque dei due delfini e quelle di un rosone con fontanella anch'essa a cascata posto sul prospetto centrale. A suo tempo questa "abbiviratura" è stata dichiarata:“manufatto di rilevante interesse etnoantropologico” dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana. È stato scritto in illo tempore che "Questo manufatto testimonia un sistema viario e di aggregazione urbana nel territorio e la competenza dei lapicidi del territorio jonico-etneo". Si disse anche che l'abbiviratura doveva essere tutelata dagli enti preposti col restauro e i cartelli esplicativi per la fruizione. Si parlava di un progetto denominato "Il racconto dell’acqua – Sistemi di fruizione delle risorse idriche nel territorio jonico-etneo". Un progetto che ha fatto acqua da tutte le parti e ironia della sorte, ha lasciato senz'acqua l'abbiviratura. E così il manufatto di interesse etnoantropologico oggi è testimone del disinteresse della politica e dallo schifo di gente dormiente  che l'hanno ridotto a ricettacolo di una collettività senza storia. D'altronde, una delle associazioni che hanno promosso il recupero del manufatto aveva un nome profetico: “Un’altra storia”. Queste le ultime parole famose: "Manufatti come l’abbeveratoio di Macchia, costituiscono testimonianza del lavoro e della vita collettiva, e spesso nella loro semplicità sono le costituenti del multiforme tessuto storico, artistico, culturale e paesaggistico"; probabilmente, chi ha detto ciò ne era convinto. E poi, in un momento di pazzia generale qualcuno propose con grande soddisfazione di predisporre un progetto per l’esecuzione di un restauro conservativo del manufatto "affinché nella frazione di Macchia restino i ricordi delle sue origini". Questo è vero perché è da diversi lustri che gli abitanti e i pochi turisti che per sbaglio o per masochismo si sono trovati ad ammirare il capolavoro "creato" dai politici locali.
[Modificato da F.Delemme 11/02/2020 22:50]
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